Il Testamento - John Grisham |
Lungo e poco ritmo
Non è certo il miglior Grisham quello che si legge ne "Il testamento" romanzo del re del legal thriller americano, del 1999.La storia prende avvio nel fastoso palazzo di Troy Phelan, uno dei 10 uomini più ricchi del pianeta.
Ha un attacco dirompente Il testamento, ennesimo best seller di John Grisham, l’indiscusso maestro del legal thriller americano. Il romanzo prende avvio nella torre d’avorio dell’anziano Troy Phelan, stando a “Forbes” il decimo uomo più ricco degli States. Ai piani alti del suo grattacielo il magnate sarà ripreso ed interrogato da noti psichiatri davanti alla schiera dei suoi inaffidabili eredi, sul piatto la redazione dell’ennesimo testamento, relativo ad un patrimonio stimato in otto miliardi di dollari: per i figli un prezioso salvagente per sfuggire ai debiti ed alle pastoie di un’esistenza normale cui sarebbero incapaci di adeguarsi. Il colpo di scena arriva subito: Troy Phelan firma il testamento che appaga il collegio degli eredi legittimi poi, a porte chiuse, davanti ai suoi avvocati, straccia il documento ed estrae a sorpresa un olografo nel quale lascia le sue ricchezze ad una presunta ultima figlia, illegittima e la cui esistenza era sconosciuta ai più e che per di più pare faccia la missionaria nella foresta Brasiliana del Pantanal. Il romanzo prosegue con le numerose vicende che un avvocato dedito all’alcol Nate O'Reily - appena uscito tra l'altro da un centro di recupero -, incaricato dall'esecutore testamentario di trovare la figlia ereditiera di Phelan. Così il romanzo si divide in due tronconi paralleli. Uno che riguarda, appunto, le ricerche della ereditiera e l'altro che riguarda il porcedere della macchina giudiziaria messa in moto dai figli legittimi (ma diseredati) per cercare di rimettere le mani sull'ingente patrimonio di famiglia.
La storia seppur abilmente orhestrata e messa in campo vacilla ed indulge, un po' troppo, in alcune copiose ed inutile descrizioni. Questo romanzo, seppur per certi aspetti avvincente manca del tutto degli ingredienti base tanto cari a Grisham: intrigo giudiziario e suspance, la storia infatti non presenta nel complesso un grande mordente, né risulta mai del tutto intrigante, risultanto a tratti anche noiosa e fin troppo ampollosa.
Una notazione a parte è la storia nella storia: cioè l'evoluzione psicologica del personaggio, Nate O'Reily, che da incallito ubriacone diventa una persona nuova.
Lontano mille miglia da L'Appello o da Il Momento di Uccidere, il Trstamento resta in ogni caso un romanzo che si può leggere senza tante pretese per passare qualche ora in compagnia di un libro discreto ed a tratti appassionante.