Il segreto dei teschi di cristallo - Jon Ropper

Il Segreto dei Teschi di Cristallo - Jon Ropper

Un mistero non svelato
«...quando i tredici teschi saranno finalmente riuniti, i loro straordinari poteri illumineranno il futuro dell'umanità...»
Sembra interessante la premessa di questo libro di Jon Ropper - Il Segreto dei Teschi di Cristallo -. Appunto sembra perché sin dalle prime pagine ci si rende conto come le aspettative restino ineffabilmente deluse.
Il libro prende l'avvio con un introduzione che vorrebbe spiegare l'iter percorso dall'autore e finisce, invece, con l'essere un'accozzaglia di anticipazioni slegate ed approssimative che già fanno ben intravedere il cannovaccio lungo il quale la ricerca sarà condotta. Tuttavia è interessante la parte relativa alla scoperta del reperto in esame (il teschio di cristallo) da parte della figlia dell'archeologo Mitchell Hedges - Anna - , ma anche qui - parte che doveva essere esclusivamente di cornaca - l'autore finisce con l'inserire il suo gusto per il mito a tutti i costi e la sua attitudine al sensazionale. Ed ecco che si sprecano accenni, allusioni, discorsi volutamente lasciati a metà per alimentare nel lettore un senso di insana cupezza, che altro non è che insofferenza verso lo stile utilizzato dall'autore.
La parte relativa alle indagini scientifiche condotte sul teschio Mitchell-Hedges e sull'analogo compagno del British Museum, non sfugge a quello che ormai può definirsi un vizio di questo autore: rendere tutto oscenamente offensivo per la pazienza di chi legge. E giù storie tramandate per "sentito dire", personaggi misteriosi senza collocazione storica, e di nuovo accenni, allusioni... voglia di scagliare il libro giù dalla finestra! Ma si va avanti, anche perchè ci si conforta, pensando, che prima o poi le aspettative saranno premiate.
E così si arriva alla parte relativa alla storia del cristallo. Un coacervo di notizie più o meno attendibili tra le quali non potevano mancare quelle relative ad un probabile legame tra il teschio in parola e gli UFO.
La parte che vorrebbe narrare dei misteriosi poteri del teschio di cristallo mostra - come un'ombra cinese - la ciarlataneria dell'autore, che va a pescare dal suo "cilindro magico" non un coniglio, ma un sacerdote satanico che rivendica la proprietà del teschio, scatenando una nottataccia di sibili e catene in movimento nella casa dell'ignaro possessore di turno del reperto.
E per la serie "al peggio non c'è mai fine" ecco che, immancabile come il cacio sui maccheroni, appare all'orizzonte di questo naufragio a mò di libro, il continente perduto di Atlantide. Inerpicandosi in questi meandri, il "buon" Jon Ropper non può far altro che riportare i passi dei dialoghi di Platone in cui si parla di Atlantide e da qui trarre conclusioni ovvie, lapalissiane. Chissà come, riesce a portare il discorso alle civiltà precolombiane, ma subito - quasi fosse pentito di cotanto collegamento - lo rispinge in mare aperto, alla volta del Triangolo delle Bermuda.
"Il teschio e la morte" ed "Il teschio ed il sangue" sono gli ultimi due capitoli della prima parte. Qui il discorso si fa complicato, scoordinato, approssimativo, senza riferimenti precisi. Sembra che l'autore abbia idea di ciò che vuole scrivere ma abbia difficoltà estrema nell'esprimerlo: non è ben chiaro come, infatti, ad un certo punto inizi a parlare di cannibalismo e degli effetti collaterali che il consumo di cervelli umani può portare. Una curiosità? E' qui nominato - a tal proposito - il morbo della mucca pazza, che infetta i bovini ai quali si dà - sconsideratamente - mangimi con farine animali. Ineccepibile, ma cosa centra con teschi di cristallo?
La seconda parte ha contenuti, a tratti, aberranti. Basa la nascita dell'intelligenza umana sulla discutibile pratica del cannibalismo di cervelli umani. «Nutrirsi del materiale cerebrale dei propri simili causò un progressivo aumento delle capacità sessuali, dell'intelligenza e dell'aggressività». O ancora «possiamo affermare che il cervello è una sorta di droga primordiale di cui popolazione diverse hanno fatto consumo».
Quando poi l'autore inizia a parlare della Genesi Biblica, cercando di darne una spiegazione, ecco che il linguaggio - già di per sé poco comprensibile - si infittisce di termini volutamente "aulici", diremmo, per impedire al lettore di scorgere la povertà dei contenuti. Dalla Bibbia si passa al Vangelo, si arriva a pagina 186, finisce il libro - resta solo la conclusione - ma dei teschi ne sappiamo meno che prima.
La "conclusione" è avvilente, si avverte come un tentativo da parte dell'autore di metere un po' di malta cementizia tra le varie parti, per impedire un inesorabile scollamento, ed in definitiva lo sforzo merita di essere notato. Ci dice infatti, parlando del teschio, «in lui vediamo il nostro passato e da lui troviamo la forza per affrontare il presente, preparandoci al futuro». Chi potrebbe dargli torto dinnanzi al nulla di questa affermazione?
Il libro si conclude, quindi, con un capitolo dedicato alla prosecuzione del cammino ( vien da chiedersi quando sia cominciato ), che riporta dei riferimenti per continuare le ricerche o reperire notizie, anche in rete... purtroppo i riferimenti Internet siano tutti collegamenti a pagine inestienti o rimosse da tempo.
Anche la bibliografia riportata in fondo al libro è approssimativa e poco approfondita, vengono citati articoli editi da "La Repubblica" che per ammissione dello stesso giornale da me contattato via E.Mail, non sono mai stati pubblicati.
In totale 206 pagine, indici compresi. 206 pagine per dire tutto ed il contrario di tutto. 206 pagine per iniziare un cammino che non decolla mai. Sembra strano che, fra tutte le allusioni, fra tutti i riferimenti, fra tutti i discorsi esposti o semplicemente accennati, manchi un benché minimo riferimento ad una possibile soluzione del mistero del teschio di cristallo, così come appare, umilmente, esposta in "Le profezie dei Maya" di Adrian Gilbert e Maurice Cotterel, in cui si dice in poche parole che «il teschio maledetto non sarebbe altro che un'elaborata lente ustoria usata nella cerimonia del nuovo fuoco».
Da segnalare, all'interno del libro, alcune fotografie di buona fattura tutto sommato, che ritraggono il teschio ed alcuni protagonisti della vicenda.
Nel complesso un libro purtroppo inutile, che manca una buona occasione per affermarsi come best sellers. Un libro scritto di fretta che tocca tanti punti senza approfondirme nemmeno uno. Si leggono molti concetti, ma alla fine non si è in grado di crearsi una propria idea. Un libro che comunque mi sento di "consigliare" a tutti coloro che, avendo tempo, hanno voglia di vedere come non deve essere scritto un libro che si propone come saggio pseudo scientifico.
--

ISBN: 8838430284
--



PageRank

Articoli correlati per categorie