The Dome - Stephen King |
Una piccola cittadina del Maine,
Chester's Mill, una mattina di ottobre si sveglia sotto un'invisibile
ma resistentissima cupola. All'interno rimangono diversi cittadini
tra cui spicca Dale Barbara, ex marine conosciuto da tutti come
Barbie, che non perderà – anche nei momenti più difficili – la
speranza di uscire vivo dalla “cupola”. Ma la cupola che cala
inaspettatamente su Chester's Mill, non è soltanto una separazione
tra l'interno e l'esterno, ma diventa momento di separazione ed
esaltazione anche delle diversità che sono radicatere all'interno
della stessa cittadina. Così i “buoni” si separano da “cattivi”
incarnati dal rude e malvagio Big Jim, consigliere politico della
città che – dietro la farsa di un'esaltata religiosità – non
esita a compiere le azioni più atroci.
Sin da subito il romanzo parte con il
giusto ritmo che, di fatto, stride con l'insolita calma (quasi
rassegnazione) con cui i cittadini di Chester's Mill accolgono
l'arrivo della cupola. Certo è che l'idea di essere chiusi in luogo
senza via d'uscita è una delle paure più diffuse negli esseri
umani, ma la popolazione di Chester's Mill, reagisce con una dose di
civiltà non comune che viene inquinata solo dallo sporco agire di
“Big Jim” che ha tutto l'interesse a che la situazione peggiori
per prendere il totale controllo della città. La barriera, la
cupola, è inconsistente eppure presente, invisibile eppure concreta
e ciò la assurge a ruolo di catalizzatore delle personalità dei
vari soggetti che si muovono all'interno di essa, amplificando i loro
modi di essere, le loro paure e le loro speranze. Stephen King è un
maestro nel dare voce alle dimensioni psicologiche dei personaggi, si
è già visto con “L'ombra dello Scorpione” cui questo romanzo si
avvicina molto pur discostandosene abbastanza. Lo stile narrativo di
King è, in questo romanzo, senza dubbio maturo, collaudato e
consolidato. Tuttavia la prosa e la accuratezza delle descrizioni non
è quella dei suoi migliori romanzi. Anzi a volte si ha quasi
l'impressione che il Re tenda ad autocelebrarsi quando, ad esempio,
abbandona la narrazione e si rivolge direttamente al lettore dalle
pagine del romanzo. Questa soluzione che a molti può piacere, a ben
guardare, finisce con lo stemperare il pathos del racconto rendendo
il lettore consapevole che quello che sta leggendo è solo una
storia. In ogni caso è interessante notare come all'interno del
romanzo è possibile individuare alcuni dei topos
tipici di alcune pietre miliari della narrativa Kinghiana. Su tutti
il chiaro richiamo, nei temi, nello spessore epico del romanzo e
nelle ambientazioni per certi versi a “L'ombra dello Scorpione”.
In riferimento a quest'ultimo romanzo è interessante fare un
parallelismo tra il personaggio di “Pattume” (ne L'ombra dello
Scorpione) con quello di “Chef” (in The Dome). Entrambi
personaggi sono reietti. Chiusi nel loro mondo falso ed stoltamente
idealizzato. Entrambi finiscono con il divenire (loro malgrado?) il
deus ex machina della
narrazione facendo volgere, rapidamente al termine, la storia
narrata. Come una sorta di contrappasso tra il loro essere
dimenticati dal mondo ed il loro agire, attivo, per piegare il mondo
ad un destino di morte. Ancora stuzzicante è la presenza in The Dome
di tre intrepidi ragazzini, Joe, Norrie e Benny, che partono alla
scoperta del “male” e si adoperano per cercare di sconfiggerlo.
Come non ricordare il mitico “Club dei perdenti” di It?
In
definitiva “The Dome” è un romanzo epico, di ampio respiro,
grandioso nelle dimensioni e nel disegno posto alla base dello
stesso. Si lascia leggere molto agevolmente malgrado la mole di circa
mille pagine. Si lascia leggere, lascia commuovere. Arrossisce gli
occhi, specialmente nel finale, in cui il Re “abbandona” il suo
romanzo ad un messaggio di speranza capace di penetrare anche
all'interno dei cuori più duri.
–
Titolo:
The dome
Autore:
Stephen King
Traduzione:
Tullio Dobner
Editore:
Sperling & Kupfer
Collana:
Narrativa
Data
di Pubblicazione: 2009
ISBN:
8820047667
ISBN-13:
9788820047665
Pagine:
1037
Genere:
fanta/horror
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