Sapevo cosa stava pensando mia figlia mentre mi guardava preparare la valigia con i suoi occhi scuri penetranti e un po’ impauriti. Erano come quelli di sua madre, mentre le labbra sottili le aveva prese da me, anche se con il passare degli anni, facendosi più rotonda, aveva finito per somigliare sempre di più a lei. Se la paragonavo alle foto di Raquel a cinquant’anni erano proprio due gocce d’acqua. Mia figlia pensava che fossi un vecchio pazzo e senza speranza, ossessionato da un passato che ormai non importava più a nessuno ma del quale non riuscivo a dimenticare neppure un giorno, un dettaglio, una faccia o un nome, anche se si trattava di un nome tedesco lungo e difficile, mentre spesso dovevo sforzarmi per ricordare il titolo di un film visto da poco. E per quanto tentassi di sorridere non potevo evitare che stesse in pena, visto che oltre a essere vecchio e matto avevo anche un’arteria ostruita. Nonostante il cardiologo per non spaventarmi mi avesse detto che il sangue avrebbe cercato un percorso alternativo per evitare quell’arteria ormai inutile, non mi illudevo di poter ritornare. Così diedi a mia figlia quello che per me era l’ultimo bacio, cercando però di fare in modo che lei non se ne rendesse conto. Prima o poi mi avrebbe comunque visto per l’ultima volta, e preferivo che fosse da vivo, mentre preparavo la valigia. A dire il vero, nelle mie condizioni non mi sarebbe mai saltata in mente una simile follia se non mi fosse arrivata dalla Spagna una lettera del mio amico Salvador Castro, detto Salva, che non avevo più visto da quando eravamo stati congedati dal Centro, messo in piedi per dare la caccia agli ufficiali nazisti sparsi per il mondo. Il Centro stesso era ormai sul punto di congedare sé stesso, a mano a mano che le sue prede arrivavano al limite della vecchiaia e lasciavano questo mondo, facendo sì che quei mostri moribondi si liberassero ancora una volta di noi. Nella maggior parte dei casi era stata la paura a tenerli sul chi vive e a farli scappare. E se avevano paura di noi era perché li odiavamo. Avevano dovuto solo imparare a riconoscere l’odore del nostro odio per darsela a gambe."
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ISBN-10: 8811686628
ISBN-13: 978-881168662
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