Il Vampiro di carta



01 luglio 2011


breve excursus sulla narrativa vampiresca dalle origini ai giorni nostri


In questi ultimi anni è davvero difficile entrare in libreria e non essere investiti da un'orda indistinta e, a volte, scomposta di ammiccanti vampiri che fanno bella mostra di sé negli scaffali. Titoli altisonanti e copertine misteriose, capaci di catturare il lettore, sono solo due degli elementi che stanno contribuendo alla diffusione (o ri-diffusione) di un genere che sembra davvero godere di una certa immortalità. Questo fenomeno, quindi, in questi ultimi anni ha raggiunto livelli mai registrati prima da nessun genere narrativo. Molti sono i lettori che si sono lasciati avvincere – anche se non sempre convincere – dal fascino eterno del mostro succhiasangue. Saghe come Twilight (1) di Stephenie Meyer o “Il diario del vampiro” (2) di Lisa J. Smith proprio in questi ultimi anni hanno contribuito alla ridiffusione di questo genere narrativo che, in fin dei conti non è mai morto del tutto, conoscendo periodi di alterne fortune, ma facendo pur sempre registrare discreti risultati di vendita.
Volendo tracciare uno schema – seppur non assolutamente esaustivo – della rinascita del genere Vampiresco, in questi tempi post bellici, bisogna prendere le mosse dall'anno 1975. In tale anno infatti uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, consegna alle stampe (ed alla storia) “Le notti di Salem” (Sperling & Kupfer, 2007, ed. illustrata). In questo romanzo, ormai un classico del genere, King sviluppa il tema dei Vampiri secondo i canoni classici, rendendolo appetibile anche al grande pubblico grazie anche alla sua gradevole prosa. L'anno dopo, nel 1976, viene pubblicato un altro importante romanzo destinato a riscrivere la storia della narrativa vampiresca (non foss'altro per l'idea annunciata di un vampiro che detesta il suo modo di essere e lo subisce come una schiavitù) e ad influenzarla a lungo: “Intervista col Vampiro” (Longanesi, 2010 – TEA, 1995) di Anne Rice. La storia narrata è quella del vampiro Louis de Pointe du Lac che racconta ad un giovane giornalista, di come sia divenuto un immortale vampiro ad opera di Lestat de Lioncourt. A questo romanzo fecero seguito, quasi a preordinate scadenze (in puro stile e spirito marketing) altri romanzi della stessa autrice che, tutti insieme, vengono indicati come “Cronache di Vampiri” (3). Lo stesso King, in anni successivi, ha ripreso il tema del Vampiro inserendolo in due racconti della raccolta “A Volte ritornano” (Bompiani, 2000), in due racconti della raccolta “Incubi & Deliri” (Sperling & Kupfer, 2008), “Il volatore” e “Popsy” ed in due romanzi gemelli “Desperation” (Sperling & Krupfer, 2008) e “i Vendicatori” (Sperling & Kupfer, 1997) quest'ultimo firmato con lo pseudonimo di Richard Bachman. In questi ultimi due romanzi, tuttavia, non si parla di Vampiro nel senso tradizionale del termine, ma più che altro di una sorta di “Vampiro Psichico”, un personaggio che può possedere i corpi delle persone e utilizzarli per i suoi scopi. Questi due romanzi, quindi, costituiscono un primo – anche se non troppo riuscito esempio – di scardinare gli stereotipi vampireschi tradizionali, spianando la strada ad un Vampiro diverso, forse più umano ma senz'altro più moderno. La strada, quindi, già spianata e l'attenzione del lettore verso “il Vampiro” in ogni sua forma hanno contribuito alla riscoperta e rinascita di questo genere narrativo. In questo terreno fertile già arato e concimato dai precedenti romanzi si sono innestati, come poco sopra anticipato, le saghe più diffuse di questi ultimi anni: la saga di “Twilight” e la saga “Il Diario del Vampiro”, che indipendentemente dal loro valore letterario hanno conosciuto una fortuna di vendite impressionante. Queste saghe, tuttavia bisogna dirlo, ammodernano un po' troppo la figura del Vampiro, rendendolo sdolcinato e troppo sentimentale, invischiandolo in storie d'amore ai limiti del possibile e dai problematici dilemmi interiori. Piuttosto di recente, invece, il Vampiro sembra tornato – seppur con diverse motivazioni – alla sua essenza tradizionale: quella del mostro cattivo ed assetato di sangue. Ciò è evidente in romanzi come “Il Passaggio” (Mondadori, 2011) di Justin Cronin e “La Progenie” (Mondadori, 2010) di Guillermo del Toro e Chuck Hogan, entrambi primi episodi di altrettante trilogie in cui il Vampirismo pur essendo giustificato come infezione virale e/o parassitaria, genera comunque mostri cattivi ed assetati di sangue.
In Italia, invece, sono rari gli autori che si sono cimentati con questo genere. Un cenno merita senz'altro Chiara Palazzolo che con i suoi tre romanzi “Non mi uccidere” (PIEMME, 2007), “Strappami il cuore” (PIEMME, 2008) e “Ti porterò nel sangue” (PIEMME, 2009), racconta la storia di Mirta/Luna ragazza di vent'anni che dopo morta si risveglia divenendo una “sopramorta”, un essere notturno che per vivere ha bisogno di cibarsi di carne umana e sangue. Non proprio un Vampiro, dunque, o solo un ennesimo modo di interpretare questo immortale mito.




Volendo risalire nel tempo, per rintracciare i primi incerti passi mossi da un Vampiro lungo le pagine di un racconto (o romanzo), bisogna arrivare in una, stranamente, fredda serata di inizio estate nel 1816 a Villa Diodati in Svizzera, dove erano riunite diverse persone. Tra queste vi erano Lord Byron, Claire Clairmont – compagna di Byron –, il poeta Shelley, Mary Wollonstonecraft Godwin – compagna di Shelley, con il cognome del quale, tempo dopo, firmerà uno dei capolavori della narrativa horror/gotica di tutti i tempi: Frankenstein – e John William Polidori – medico personale di Lord Byron. Polidori, cimentandosi nella gara di composizione di un racconto horror proposta da Lord Byron per impiegare le lunghe serate in attesa della fine del maltempo, scriverà un breve romanzo che verrà, a seguito di alterne vicende, dato alle stampe solo tre anni più tardi con il titolo “Il Vampiro” (4). Il romanzo narra, seppur a grandi linee, la storia di Lord Ruthven (protagonista di un’altra storia vampiresca apparsa anonima e basata su una leggenda scozzese, “La sposa dell’isola”, inedita in Italia). Questi è un uomo dai modi gentili ma gelidi, con il suo “occhio grigio e freddo come la morte, che pareva posarsi sui volti senza penetrarli e che giungeva, invece, fino ai più riposti congegni del cuore”. Questo personaggio finirà con l'insinuarsi a tal punto nell'animo del giovane Aubrey, che non esiterà a compiere un gesto estremo pur di non infrangere un giuramento. E' l'inizio del mito. La storia di Polidori, infatti, reca tutta una serie di costanti che non possono non riconoscersi in tutte le produzioni successive.
Circa trent'anni dopo (1845-1847) “Il Vampiro” di Polidori, fa il suo ingresso sulla scena “Varney il vampiro”, o “Il banchetto di sangue”, romanzo gotico a puntate di epoca vittoriana, scritto da James Malcolm Rymer (ma viene attribuito anche a Thomas Preskett Prest). Tale lunghissimo romanzo, pubblicato per la prima volta in Italia, in tre volumi, piuttosto di recente da Gargoyle (2010), racconta delle gesta e delle imprese del Vampiro Varney, con uno stile non troppo raffinato ma che si lascia leggere e che ha finito con l'influenzare indelebilmente tutta la successiva produzione narrativa vampiresca.
Il 1872 è l'anno del primo vampiro femminile, Carmilla (Nuages, 2010) creato dalla feconda penna di Jospeh Sheridan Le Fanu, che approfondisce i temi del fascino e della sensualità – solo accennati in Polidori ed in Varney il Vampiro – che poi saranno il cardine della misteriosa figura del Conte Dracula. Merita un cenno il breve racconto, scritto nel 1880 da Francis Marion Crawford, Cristina (5), altro vampiro donna. In questo breve ma intenso racconto, la Crawford riesce a condensare tutti gli aspetti più terrificanti della narrativa vampiresca, creando un perfetto mix di suspense e mistero. Nel 1897, dopo 25 anni dalla nascita di Carmilla, l'irlandese Bram Stoker dà alle stampe quello che unanimemente è riconosciuto il più grande romanzo di vampiri nonché l'ultimo romanzo gotico: Dracula (6). Ispirato alla figura realmente esistita di Vlad III l'impalatore (7), principe di Valacchia, il Conte Dracula del romanzo incarna ed amplifica tutte le costanti vampiresche che si erano viste nel Vampiro di Polidori, in Varney ed in Carmilla, in un centellinato dosaggio di erotismo e sensualità, fantasia ed horror, storia e finzione, al punto da creare un mito capace davvero di passare attraverso il tempo. Lo stile utilizzato da Stoker che, in questo romanzo, decide di eliminare la figura del narratore ed affidarsi per la narrazione agli stessi protagonisti, fa di questo romanzo un vero capolavoro Horror/Gotico capace – come nessuno – di creare una completa assimilazione tra personaggi e lettore. Sempre lo stesso Stoker nel 1909 scriverà un'altra grande storia di vampiri, per lungo tempo rimasta dimenticata e solo da poco pubblicata in edizione integrale, anche in Italia: “La Vergine del Sudario” (Castelvecchi, 2010). In questo romanzo, in cui l'autore utilizza lo stesso stile narrativo utilizzato in Dracula, sono raccontate le avventure di un giovane, Rupert Sent Leger, che dovrà fare i conti con una misteriosa fanciulla che scuoterà tutte le sue certezze tra reale e il non reale. Anche Stoker, quindi, quasi a chiudere un cerchio, si cimenta con una storia di Vampiri al femminile, coniugando abilmente orrore ed avventura in un romanzo che risulterà gradito anche ai lettori più esigenti.
Il Vampiro, quindi, lungi dall'essere morto e sepolto continua a vivere la propria immortale esistenza attraverso le pagine dei romanzi che anno dopo anno affollano le librerie. Non tutti – come detto – sono dei bei romanzi, alcuni ripercorrono luoghi comuni attingendo a piene mani dalle produzioni precedenti, altri rimangono troppo superficiali, altri ancora sottolineano alcuni aspetti tralasciandone altri, ma a tutti va in ogni caso il merito di contribuire all'immortalità di questo sinistro personaggio che da sempre popola la fantasia, stimola le suggestioni e genera i peggiori incubi dell'animo umano (8).
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Note
(1) La saga di Twilight si compone dei seguenti romanzi: Twilight (Fazi, Tascabili, 2011); New Moon (Fazi, Lain, 2007); Eclipse (Fazi, Lain, 2007); Breaking Dawn (Fazi, Lain, 2008); La breve seconda vita di Bree Tanner (Fazi, Lain, 2010); Midnight Sun (inedito in Italia);
(2) La saga “I Diari del Vampiro” si compone dei seguenti romanzi: Il Risveglio (Newton Compton, 2010); La Lotta (Newton Compton, 2008); La Furia (Newton Compton, 2009); La Messa Nera (Newton Compton, 2009); Il Ritorno (Newton Compton, 2009); Scende la Notte (Newton Compton, 2009); L'Anima Nera (Newton Compton, 2010); L'Ombra del Male (Newton Compton, 2010); Mezzanotte (di prossima uscita in Italia).
(3) La saga “Cronache di Vampiri” si compone dei seguenti romanzi: Intervista col vampiro (TEA, 1995); Scelti dalle tenebre (TEA, 1997); La regina dei dannati (TEA, 1997); Il ladro di corpi (TEA, 2003); Memnoch il diavolo (TEA, 2004); Armand il vampiro (TEA, 2005); Merrick la strega (TEA, 2006); Il vampiro Marius (TEA, 2008); Il vampiro di Blackwood (TEA, 2009); Blood (TEA 2011).
(4) “Il Vampiro” di Polidori è stato pubblicato in Italia da Studio Tesi nel 2009. Questo romanzo è reperibile anche nell'antologia “Mostri & Co.”, Newton Compton, 2003
(5) Cristina, di Francis Marion Crawford è reperibile nell'antologia “Storie di Vampiri”, Newton Compton, 2009.
(6) Le edizioni più facili da reperire, e comunque le più diffuse, di "Dracula" di Bram Stoker sono: Feltrinelli, 2011; Newton Compton, 2010; Rizzoli, 2008; Barbera, 2008; BUR, 2007; Fabbri, 2007; Mondadori, 2005; Lampi di Stampa, 1999. Il romanzo è anche contenuto nell'antologia: Creature dell'orrore, Einaudi, 2009; Mostri & Co., Newton Compton, 2003.
(7) Per approfondire la figura di Vlad III l'impalatore, ci si può riferire a “Dracula. La vera storia di Vlad III l'Impalatore” di Matei Cazacu (Mondadori, 2006).
(8) Per una panoramica piuttosto esaustiva del Vampiro, nella storia, nella mitologia, nella letteratura e nel cinema si veda: “La stirpe di Dracula. Indagine sul vampirismo dall’antichità ai nostri giorni” (Mondadori, Milano, 1997) di Massimo Introvigne.
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Nota all'articolo
Il presente articolo vuole essere solo un breve excursus, ovviamente non esaustivo, del panorama narrativo Vampiresco importato in Italia. Per la diffusione e per le dimensioni del fenomeno si è dovuto – giocoforza – circoscrivere l'indagine a quelle che possono essere considerate pietre miliari della narrativa del genere, senza tuttavia tralasciare qualche accenno a episodi di innovazione e sperimentazione. Rimangono quindi fuori dal presente articolo tutte quelle produzioni narrative che pur avendo come argomento narrativo il Vampirismo, non hanno certamente conosciuto la diffusione ed il successo di vendite di quelle che si è cercato di citare. Queste serie di romanzi saranno oggetto di un prossimo articolo che cercherà di essere complementare al presente. Per quanto riguarda i riferimenti bibliografici dei Romanzi indicati, si è cercato – nei limiti del possibile – di indicare le edizioni più recenti. Eventuali sviste e/o omissioni sono soltanto dovute, come detto, alla particolarità del tema affrontato che non può, tutto esaurirsi in pochissime pagine.


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