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Atlantide - Clive Cussler |
Minaccia Glaciale
Atlantide di Clive Cussler è un buon romanzo.
L'inizio palesemente - e volutamente - banale di questa recensione rende comunque in pieno l'idea di pienezza e rotondità, di completezza insomma, che si avverte nella lettura di questo mirabile libro. on conoscevo l'autore, direttamente, ne avevo solo sentito parlare, tuttavia quel titolo e la opertina stessa mi hanno convinto ad intraprendere la lettura, scorrevole ma impegnativa, di quelle 500 ed oltre pagine. Sarà una mia fissazione, ma raramente resisto quando in un titolo appare la parolina magica "Atlantide" era già successo con Avoledo (ed era andata bene), e si é ripetuto adesso con Cussler.
La storia narrata, e costruita da Cussler, è accattivante anche perché offre diversi momenti narrativi anche molto lontani nel tempo che poi, pagina dopo pagina, vanno a ricongiungersi l'un l'altro. Per chi si accinge alla lettura, è sufficiente sapere che (per non rovinare l'impagabile sapore della scoperta della storia riga dopo riga):
1. Nel XIX secolo alcuni passeggeri di una nave in Antartide scoprono un relitto di una nave inglese (un Indiaman Inglese) del secolo precedente imprigionata nei ghiacci, al cui interno vi ero innumerevoli tesori ed un sinistro Teschio di ossidiana nera.
2. Ai giorni nostri, un esploratore di miniere, nell'ambito delle sue esplorazione, si imbatte per caso in una camera con le pareti ricoperte di strane scritte al centro della quale sorge un piedistallo con sopra un altro Teschio di ossidiana.
3. Sempre ai giorni nostri una nave oceanografica in missione nell'Antartide viene presa di mira dal fuoco insistente e fatale di un sottomarino tedesco dato per scomparso almeno 50 anni prima.
Sono questi tre i momenti narrativi da cui trae spunto ed origine la storia.
Ad allacciare e ricongiungere questi momenti, dando alla intera storia il giusto significato, ci penserà Dirk Pitt, personaggio simpatico e dinamico creato dall'abile penna di Clive Cussler, il quale insieme all'immancabile - a quanto sembra - amico Giordino (il piccolo italiano) dipanerà una matassa ingarbugliata e pericolosa, resa ancora più intricata dalle trame poco chiare ed ostili dell’oscura famiglia Wolf.
Non è il caso di svelare altri elementi della trama, è più opportuno soffermarsi sullo stile narrativo di Cussler. E' uno stile facile, nel senso migliore del termine, mai domo. Impetuoso e tuttavia scorrevole, agile ma forbito, rapido eppure esauriente. Tutto ciò tradisce, ovviamente, una certa professionalità ed una certa padronanza dell'arte dello scrivere. Al giorno d'oggi infatti, la pressione mediatica e la molteplicità dei gusti individuali sono terreno fertile per alcune case editrici che non badano molto a ciò che distribuiscono (riguardo ovviamente alla narrativa d’importazione, essendo le stesse case editrici ipercritiche e oltremodo selettive, nei confronti delle produzioni nostrane), mettendo molto spesso sul mercato prodotti editoriali di dubbio valore, se non letterario, quantomeno d'intrattenimento. Non è il caso di Cussler, e non per i numerosi romanzi già scritti; non lo è per lo stile capace di rinnovarsi e riannodarsi in nuove forme e sensazioni ad ogni riga, pagina, capitolo. Cussler conosce ciò che scrive non solo dal punto di vista narrativo ma soprattutto dal punto di vista scientifico. Le narrazioni degli eventi siderali - si veda ad esempio proprio l'inizio del romanzo in cui è narrata con dovizia di particolari e proprietà di nozioni la nascita ed il lento ma inesorabile viaggio di una cometa - sono coinvolgenti e ben fatte. Si noti che il rischio in cui Cussler poteva incorrere era duplice, da un lato rischiava di inzuppare il testo con termini troppo tecnici che comunque avrebbero reso giustizia a ciò che andava narrando, ma al contempo avrebbero di certo annoiato gran parte dei lettori; dall'altro lato rischiava di rendere la narrazione troppo semplice incappando in deleterio effetto tavoletta, che avrebbe annoiato e disgustato - con ogni probabilità - qualunque lettore. Cussler riesce a stare in mezzo senza bilichi o eccessivi compromessi, sta in mezzo largheggiando in descrizioni accontentando nella narrazione sia i palati più esigenti sia quelli meno avvezzi a distinguere un "sapore narrativo" dall'altro.
Le basi teorico-scientifiche su cui si basa il libro sono tutte ben documentate, basta leggere un qualsiasi libro di Graham Hancock o dei coniugi Flem-Ath per rendersi conto di come ciò che Cussler scrive è frutto di meticolosi studi, condivisibili o meno, condotti da illustri scienziati, pertanto nulla è improvvisato o lasciato al caso. E lo si percepisce nel corso della lettura.Le basi storiche, sebbene anch'esse dettagliate e verificabili, hanno il pregio di essere piegate alle ragioni narrative, risultando quindi intrise di quell'alone tipico che copre ogni dato reale quando viene raccontato in modo difforme da come lo si conosce e che sollecita la mente a chiedersi "e se andasse proprio così?".
Un cenno a parte meritano i due personaggi principali, che pare ritorni spesso e volentieri in buona parte dei romanzi di Cussler. Dirk Pitt a quanto pare è l'alterego di Cussler, lui stesso ha più volte affermato che "c'è un pezzo di me in Dirk Pitt, ed un pezzo di lui in me". Pitt è un funzionario della NUMA (che peraltro è il nome di una società reale fondata dallo stesso Cussler), società oceanografica per la quale ha superato numerosa avventure, la punto che non riesce difficile immaginarsi questo personaggio come una sorta di supereroe. Al Giordino è l'amico inseparabile di Pitt. Le origini italiane si tradiscono tutte nell'atteggiamento di questi risoluto e pratico ma leale e sensibile. Una piccola chicca, che tradisce magari un vezzo di autocelebrazione da parte dello stesso Cussler, lo si nota nel personaggio di "Papà" che appare verso la fine del romanzo e che sarà - anche senza saperlo o volerlo - il vero motore decisivo di tutta la storia. Colui grazie al quale, i "buoni" possono trionfare.
In definitiva un buon romanzo, un ottimo libro ed un discreto esercizio mentale. Certo l'intera storia non è scevra di esagerazioni, lo stesso Pitt fa cose - pur non essendo un professionista militare - ai limiti della resistenza e possibilità umane. Ma questo è solo un dettaglio, che del resto ci può anche stare. Un dettaglio che nulla toglie al già evidenziato valore dell'intero impianto narrativo. Un libro da leggere pagina dopo pagina, assaporandone i passaggi dapprima slegati e poi confluenti verso un'unica direzione. Una direzione letale, senza via d'uscita, drastica e definitiva, dalla quale si riesce a deviare all'ultima curva appena per un soffio.
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ISBN 8850219733 / 88-502-1973-3
EAN 9788850219735
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