999. L'ultimo custode - Carlo A. Martigli

999. L'ultimo custode - Carlo A. Martigli

Un vero capolavoro italiano
A metà strada tra il cinema ed il racconto, c'è la rara capacità – di chi scrive – di far in modo che la parole diventino immagini ed inizino a dipanarsi innanzi agli occhi dei lettori. E' davvero gratificante, per chi legge, compenetrarsi a fondo nella storia narrata sino a viverla come se fosse reale e graffiante sulla stessa pelle.
Non sono molti, dicevo, i libri capaci di suscitare queste sensazioni.
“999. L'ultimo Custode” è, senza dubbio, uno di questi.
Primo vero e proprio lavoro di più ampio respiro ed ambizione dell'autore, pisano d'origine ma livornese d'adozione, Carlo A. Martigli.
Romanzo storico. Thriller. Storia d'amore. Trattato di filosofia. Cronaca impietosa di un certo periodo storico. Sono tante le espressioni con cui sarebbe possibile definire questo romanzo. Ma, certamente, quella più meritata, unitamente a tutte le altre sopradette, è la chiara, lampante ed inequivocabile etichetta di capolavoro.
Il romanzo narra, con una serie di salti temporali perfettamente bilanciati nel corso di tutto il romanzo, la storia di un manoscritto segreto. Del suo autore, il Conte Giovanni Pico della Mirandola. Del suo custode all'epoca della seconda guerra, Giacomo de Mola.
Man mano che si prosegue nella lettura, i salti temporali diventano sempre più connessi e svelano, con grazia e abilità, un collegamento che va oltre il tempo. Oltre lo spazio. Oltre la religione, fino all'epilogo storicamente corretto e che lascia pizzico di incertezza, mascherata da sottile speranza.
I personaggi principali sono, Pico della Mirandola, con la sua immensa scienza enfatizzata dalla sua proverbiale memoria. E' lui che scrive le 900 tesi che vorrebbe rendere pubbliche e le altre 99, che – per il loro carattere innovativo e sovversivo – tiene nascoste in attesa di tempi migliori.
Ferruccio de Mola, pronipote e discendente del De Molay, gran maestro dei Templari, è l'uomo che inizia a proteggere Pico su ordine di Lorenzo de Medici, ma poi finisce con l'instaurare con lui un rapporto di profonda amicizia, capace di andare oltre i secoli.
Innocenzo VIII, papa corrotto e corruttibile.
Rodrigo Borgia, il futuro papa Alessandro VI, abile nel tessere oscure trame si allea con Innocenzo VIII per fermare la diffusione delle tesi del Mirandola.
Franceschetto, figlio di Innocenzo VIII, uomo avido di denaro. Vile. Vigliacco. Con una irritante capacità di far girare a sua utilità ogni situazione.
Leonora, donna che aiuterà Pico nella sua fuga verso firenze.
Ci sono poi i personaggi del periodo più recente.
Giacomo de Mola, discendente di Ferruccio e custode del manoscritto.
Ci sono tutti gli appartenenti alla società Omega, con i loro pittoreschi e affascinanti nomi di angeli, il cui compito è quello di aiutare il custode a custodire il libro.
Elena, donna infelice. Utilizzata dai terribili tedeschi nazisti per una strana macchinazione volta ad impadronirsi del plico.
Zugel, ufficiale tedesco. Uomo rude. Perfetto stereotipo del nazista del tempo. Senza fede. Senza morale. Capace solo di pensare a sé stesso.
Giovanni Volpe (de Mola), personaggio triste. Solitario. Capace di trovare da solo la strada per la sua personale rovina.
Particolare menzione meritano tutti i personaggi che nella storia appaiono per poco o, pur se solo menzionati, ne influenzano le vicende.
Cristoforo Colombo, altro figlio di Innocenzo VIII, che carpendo i segreti del manoscritto “ricatterà” l'illustre padre per realizzare il suo sogno.
Lorenzo de Medici. Protettore di Pico. Si muove nell'ombra con la longa mano dei suoi emissari. Sarà lui infine, suo malgrado?, a porre fine alle velleità di Pico circa la diffusione delle sue tesi, stringendo un insano patto con Innocenzo VIII.
Leonardo da Vinci, viene solo accennato verso la fine del romanzo. Non viene nominato direttamente, ma dalle poche righe non si può aver dubbio alcuno che si tratti di lui.
Tutti questi personaggi, si è detto, si muovono lungo un cannovaccio storico che abbraccia circa 5 secoli. I salti temporali sono perfettamente costruiti. Riescono a non far perdere affatto il filo del discorso. Accompagnano per mano lungo la storia.
I dialoghi sono ben costruiti. Ogni personaggio, peraltro, emerge con tutto il suo spessore psicologico proprio grazie al dialogo, al modo di porsi nelle varie vicende, al modo di reagire.
La storia è ben raccontata. Ben costruita su basi storiche certamente inconfutabili. Non è facile comprendere dove finisce il romanzo e dove inizia la storia.
Il lettore viene messo in grado di comprendere il grande segreto custodito dal Mirandola. Non è, quindi, uno di quei romanzi che gioca la sua forza sul fatto di non svelare nbulla al lettore. No. Martigli ci dice subito quale sia il segreto che Pico vorrebbe divulgare. Ci fornisce le sue prove, i suoi riferimenti storici. Ci rassicura. Ci fa sperare. Ci fa immedesimare con Pico. Con le sue debolezze, con il suo folle amore per Margherita. Ce lo presente come uomo. Di scienza ma capace di essere fragile come un bambino.
E' un romanzo che emoziona. L'amore è forse il principale motore. L'amore di Pico per la conoscenza. Quello di Ferruccio per Leonora. Quello di Giovanni Volpe per Elena. Quello della “Madre” per tutti i suoi figli.
Fa piacere, quindi, pensare che questo libro che non ha nulla da invidiare ai c.d. Bestsellers resi famosi più che dal loro valore letteriario, dal business che sta dietro, sia di un autore italiano.
La lettura scorrevole, la accuratezza storica, lo stile agile, contribuiscono nel rendere davvero piacevole la lettura di tutte le 475 pagine.
Viene da sperare, giacché anche il romanzo stesso – per come è raccontato – lo suggerisce, che quanto prima ne facciano un film. Ma che sia in grado di rispettare l'abile lavoro di minuziosa precisione, svolto dall'autore nell'offrirci un pezzo di rara bravura, finalmente italiana.
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ISBN: 8876153209
ISBN 13: 9788876153204
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1 commento:

  1. Proprio un vero capolavoro....alla fine della lettura ci sono rimasto quasi male che sia finito

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